Tra le metodologie di intervento innovative per contrastare la problematica della frammentazione degli ecosistemi e il superamento delle barriere infrastrutturali, le reti ecologiche e i corridoi ecologici svolgono una reinfrastrutturazione ecologica e funzionale del territorio.
La logica sottesa alla realizzazione della rete ecologica è la costituzione di elementi di connessione, ovvero nodi, aree di appoggio, corridoi ecologici (quali siepi, filari, corsi d’acqua, macchie boscate, ecc.), che consentano il continuo scambio genetico tra popolazioni di aree diverse. In tal modo esse possono continuare a propagandarsi e a muoversi tra le aree a differente geometria e dotazione di naturalità piante ed animali sia per esigenze di rifugio sia per sfuggire all’isolamento crescente causato da strade, ferrovie, canali cementificati, aree urbane ed aree ad agricoltura intensiva.
Il concetto di rete ecologica è ormai ampiamente diffuso ed è recepito da molti strumenti ai diversi livelli di pianificazione. Ciononostante sono ancora piuttosto sporadici, in Italia ma anche nello specifico del contesto novarese, i casi in cui si sia andati oltre, attivando processi politico/amministrativi coordinati e reti di relazioni sul territorio per realizzare attivamente e concretamente, le previsioni di rete ecologica inserite in questi strumenti. La difficoltà a passare “dal Piano all’Azione”, per quanto riguarda la rete ecologica, è accentuata dalla natura diffusa che questo strumento ha sul territorio e che difficilmente si riesce ad “esprimere” nella sua complessità attraverso norme vincolistiche. Questo presupposto obbliga a spostare l’attenzione dal problema di “Cosa fare e dove?” a quello di “Come fare?”, ovvero dal risultato finale al processo necessario per ottenerlo. In questo percorso convivono sullo stesso piano gli aspetti tecnico-scientifici tipici dei progetti di reti ecologiche e gli aspetti sociali che riguardano l’analisi e il confronto con la realtà delle persone che gestiscono e abitano il territorio.
La Provincia di Novara, con il supporto tecnico scientifico del CIRF, tra il 2008 e il 2010 ha già affrontato queste tematiche specifiche con il Progetto Reti EcoLogiche (PREL), attribuendo un ruolo fondamentale all’attivazione di un processo partecipativo rivolto alle realtà locali, come strumento necessario alla costruzione di reti sociali che agendo in maniera coerente, coordinata e ottimizzando le sinergie diano vita alla rete ecologica. Il territorio è stato considerato in quest’ottica un “sistema vivente” complesso in cui sistemi naturali e sistemi sociali interagiscono.
Il PREL è stato assunto dalla Provincia di Novara come strumento per l’attuazione della rete ecologica in qualità di Progetto Strategico, la cui definizione comporta l’attivazione di un Processo Strategico Partecipativo (PSP), così come riconosciuto dalla stessa Normativa Tecnica del già richiamato PTCP.
Sulla scorta di queste riflessioni e degli approcci metodologici e delle esperienze applicative già maturate nel contesto novarese, ha preso forma la presente proposta progettuale su quello che è uno dei settori maggiormente critici dell’ambito planiziale del Ticino occidentale in termini di pressioni ambientali e frammentazione ecosistemica. In questo contesto il Canale Cavour è un segno identitario del territorio, denso di significato per le radici storiche, l'importanza economica e la valenza paesaggistica che da quasi due secoli offre alle terre che attraversa e bagna. Inoltre l’ambiente rurale che viene attraversato dal suo corridoio presenta un potenziale ecologico di un certo interesse, in parte già espresso da alcuni elementi del sistema delle risaie. In qualità di corpo idrico artificiale, tuttavia, la sua lettura in chiave ecologica non può prescindere dal suo valore strutturale, funzionale e architettonico-monumentale. E' quindi proprio alla scala del corridoio, inteso come fascia rurale che accompagna e include il corso d'acqua, che si può esprimere la ricerca di soluzioni per il miglioramento ambientale e la valorizzazione fruitiva del Cavour, secondo il contemporaneo approccio della Rete Ecologica Multifunzionale applicato al sistema agricolo locale in cui le risaie sono elemento caratteristico. In questo senso sono obiettivi specifici del progetto ECOCAVOUR:
• studiare a analizzare la fattibilità della riqualificazione ecologica del corridoio Cavour tra Agogna e Ticino, da un lato per connettere le dorsali ecologiche costituite dai due corsi d'acqua (con particolare riferimento all'area di interesse naturalistico del bosco planiziale di Agognate presso Novara) e dall'altro per risolvere le frammentazioni ecologiche che lo stesso Cavour determina nei confronti dei corsi d'acqua che interseca (in particolare Terdoppio e lo stesso Agogna);
• studiare e analizzare le modalità per attuare una Rete Ecologica Multifunzionale al contesto di riferimento, intesa come strumento per il contestuale miglioramento ambientale, la valorizzazione turistico-ricreativa e il riconoscimento del ruolo di presidio territoriale del mondo rurale;
• applicare il modello innovativo della programmazione negoziata a scala di corso d'acqua con il modello del Contratto di Canale (prima esperienza in Piemonte e in Italia).